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Defibrillatori e sport: oggi (non) scatta l’obbligo per tutti.

 

 

Aggiornamento del 20 luglio 2016.

ATTENZIONE: con un comunicato stampa, il giorno stesso della scadenza, il ministero della salute annuncia la firma di un decreto che proroga di altri 4 mesi e 10 giorni l'obbligo di dotazione del defibrillatore per le società sportive dilettantistiche.

La nuova scadenza è quindi fissata al 30 novembre 2016, restano validi tutti gli altri contenuti del presente articolo.

  

20 luglio 2016. Nessuna proroga, nessun chiarimento, da oggi scatta, anche per le società sportive dilettantistiche, l’obbligo di dotazione di un defibrillatore (comunemente chiamato anche DAE o AED) e di personale formato al suo utilizzo.

Sei mesi fa, il giorno prima della naturale scadenza, il legislatore ha rinviato l’entrata in vigore del DM 24 aprile 2013, meglio conosciuto come “Decreto Balduzzi”, con l’obiettivo (almeno questo a noi era parso) di chiarire alcuni punti della normativa e dare un po’ di tempo in più a chi si doveva mettere in regola con le disposizioni di legge. Ma non c’è nulla di nuovo.

Quindi rimane un solo punto fermo: “le società che utilizzano permanentemente o temporaneamente un impianto sportivo devono assicurarsi della presenza e del regolare funzionamento del dispositivo”.

Quali sono i soggetti interessati?

La nuova scadenza ha effetto su tutte le società sportive dilettantistiche, che, ai sensi della Legge del 27 dicembre 2002 n. 289 (richiamata nel “Decreto Balduzzi”), sono:

  • associazioni sportive prive di personalità giuridica disciplinate dagli articoli 36 e seguenti del codice civile; 
  • associazioni sportive con personalità giuridica di diritto privato ai sensi del regolamento di cui al DPR 10 febbraio 2000, n. 361; 
  • società sportive di capitali costituite secondo le disposizioni vigenti, ad eccezione di quelle che prevedono finalità di lucro.

Rimangono esenti le società sportive “che svolgono attività sportive con ridotto impegno cardiocircolatorio, quali bocce (escluse bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilabili”.

Chi deve acquistare il defibrillatore e formare operatori BLSD?

Questo era uno dei punti sui quali tutti stavano aspettando un chiarimento, che non è arrivato.

In assenza di ulteriori precisazioni, “l'onere della dotazione del  defibrillatore  e  della  sua manutenzione è a carico della società”.

La normativa prevede la possibilità (non l’obbligo) di condividere questo onere tra più società sportive che utilizzano lo stesso impianto sportivo, o di demandare lo stesso al gestore dell’impianto “attraverso un accordo che definisca le responsabilità in ordine all'uso e alla gestione dei defibrillatori”.

Nulla invece è stato detto relativamente agli sport itineranti: a norma di legge il defibrillatore e il personale formato dovrebbe essere presente sempre e ovunque…

Se la norma è carente, possiamo però prendere ad esempio quello che è stato fatto in alcuni territori già “cardioprotetti”: per citarne uno, in provincia di Belluno i defibrillatori sono stati acquistati dai Comuni, da aziende del territorio, da associazioni di volontariato (che hanno rinunciato ai propri rimborsi spese) e dalle associazioni sportive stesse. Questa collaborazione trasversale ha permesso una diffusione capillare dello strumento salvavita, nonché il pieno rispetto della normativa.

Quale defibrillatore scegliere?

Ci sono diversi modelli con caratteristiche più o meno simili. Nell'acquisto, le cose da considerare sono:

  • costo di acquisto del defibrillatore (elemento importante ma non decisivo, si consiglia comunque di scegliere un AED tra quelli dei produttori più conosciuti);
  • eventuali costi di manutenzione (attenzione al costo degli elettrodi e della batteria, al periodo di garanzia e alle relative coperture, ecc.)
  • grado di protezione IP (per le attività all'aperto, nelle spiagge o nelle piscine, si consiglia un AED con un grado di protezione IP uguale o superiore a 56).

Quante persone devono essere formate?

La normativa prevede la presenza di almeno un operatore formato durante tutte le attività sportive (gare e allenamenti). Partendo da questo presupposto, ogni società sportiva, in base alla propria organizzazione, deve calcolare quale sia il numero adeguato di operatori BLSD da formare.

Chi può erogare la formazione BLSD?

Purtroppo ci sono molti soggetti di formazione, più o meno seri, che propongono pacchetti di formazione a basso costo (non sempre...), ma non hanno i requisiti previsti dalla legge per poterlo fare. Il risultato? Questi corsi non sono validi e poi bisogna rifare tutto.

Nella scelta del corso di formazione è necessario verificare che:

  • il centro di formazione segua le linee guida internazionali AHA o ERC;
  • il centro di formazione appartenga ad una didattica la cui qualità sia riconosciuta (come ad esempio l'American Heart Association, che ogni anno forma 16 milioni di persone in tutto il mondo). È consigliabile diffidare di chi si improvvisa centro di formazione BLSD;
  • il centro di formazione sia accreditato nella Regione o Provincia Autonoma dove si svolge l'attività sportiva;
  • gli istruttori siano certificati e riconosciuti dalla Regione / Provincia Autonoma (alcune Regioni / Provincie Autonome, come quella di Trento, ad esempio, hanno un albo degli istruttori autorizzati, generalmente disponibile online).

Sanzioni

Non ci sono ancora sanzioni specifiche per l'inosservanza di questa normativa, in alcuni casi è intervenuta la giustizia sportiva che, in assenza del defibrillatore (in una competizione di professionisti, per i quali l'obbligo esiste già da alcuni anni) non ha dato il via alla partita, assegnando la vittoria “a tavolino” alla squadra ospite.

Ma se si verifica quello che il “Decreto Balduzzi” intende prevenire, ossia la morte conseguente ad un arresto cardiaco, allora per la società sportiva che non è in regola si mette male: inizia una lunga trafila giudiziaria (penale) che potrebbe concludersi con la condanna per omicidio colposo in capo ai dirigenti dell’associazione sportiva, rei di non avere fatto quanto previsto dalla legge per evitare il fatto.

Resta inteso, che il problema più rilevante è la morte (forse evitabile) di una persona.

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